di VALENTINA DIRINDIN
Della vocazione gastronomica di Torino si parla sempre con grande entusiasmo. Il patrimonio delle piole, la nuova bistronomia contemporanea, i tanti chef che hanno o meritano una stella. “Torino capitale del cibo”, azzarda di tanto in tanto qualcuno. Ma poi nelle piole la bagna caoda è introvabile; la bistronomia talvolta arriva a costare cifre da stellato e gli stellati – quelli veri – non sono abbastanza per portarci sul podio delle provincie più brillanti d’Italia (che per la cronaca sono Napoli, Roma e Bolzano).
Però.
Però Torino è così, è la capitale dell’understatement, e alla fine dovrebbe far pace con la sua natura. Quella di una città serafica, paciosa, dove si mangia bene e si spende poco – meno che a Milano o nelle Langhe, di certo. Dove se la bagna caoda e il fritto misto non si trovano, un piatto di vitello tonnato non si nega a nessuno, da nessuna parte (il migliore di Torino? Da Scannabue, of course). Dove i bistrot e le vinerie con cucina sono il miglior modo per passare una bella serata (tra le mie preferite: Smoking Bar e Luogo Divino). Dove ci sono posti come Razzo, in cui sperimentare piatti fantasiosi spendendo una cifra impensabile altrove. E dove potremmo anche non avere un due stelle, ma abbiamo un Condividere che le vale tutte, e che è diventato (a ragione) un luogo di culto per gli appassionati.
Torino è la città dove si lavora per conquistare i primati, anche nel mondo della gastronomia, ma forse non si fa abbastanza per mantenerli. Perché i Torinesi sono così: testa bassa e pedalare fino all’obiettivo, e poco importa cosa c’è dopo.
Torino e la città dove Matteo Baronetto è riuscito a portare una stella a uno dei ristoranti più storici e scenografici d’Italia. Dove il Consorzio ha rivoluzionato il modo di immaginare le trattorie. Dove un mostro della cucina come Antonino Cannavacciuolo ha iniziato il percorso di espansione del suo impero, in un ristorante oggi condotto egregiamente da Emin Haziri, tra i “trenta Under trenta” innovatori di talento del 2023 per Forbes. Torino è quella piccola Parigi dove la croissanterie dovrebbe essere un fiore all’occhiello di ogni bar, e invece trovare una brioches come si deve era diventata un’impresa, prima che la Farmacia Del Cambio con il suo croissant cubico sparigliasse finalmente le carte.
Insomma, forse Torino non è la capitale del cibo, ma è una città che del cibo sa far innamorare, esattamente come è successo a me, ormai un bel po’ di anni fa, quando ho deciso di dedicarmi a questo lavoro.
DODICI POSTI DOVE FARE IL BRUNCH A TORINO
COMBO – Corso Regina Margherita, 128, 10152 Torino – 011 088 8210C
Combo è uno spazio giovane, polifunzionale, pieno di studenti e di vita, in una piazza colorata e vissuta come nessun’altra in città, quella di Porta Palazzo. Qui si viene tutto il giorno per studiare, fare amicizia, bere un caffè, mangiare qualcosa o per fare un brunch in perfetto stile americano. Il menu prevede – a 18 euro – una selezione di brioches, una bowl di frutta fresca, una granola bowl e un piatto a scelta tra pancake, uova strapazzate o fritte e avocado toast. Più succo d’arancia e caffè americano, oltre a una scelta di tante altre cose alla carta, per chi vuole strafare.
PIATTINI CAFFE’ E VINI – Via Corte d’Appello, 9, Torino – 331 384 3390
Piattini è una delle novità più simpatiche dell’anno: un locale giovane, con una bella scelta di vini, per lo più naturali, e una stoviglieria vintage che fa tanto bon ton. Qui si viene – oltre che per la merenda sinoira – anche per il brunch del weekend (dalle 10 alle 14.30). Il menu prevede una serie di scelte alla carta: ci sono le torte e i cookies con gocce di cioccolato, il porridge, i pancakes, il crocque madame e, ovviamente, le uova strapazzate (di galline felici, specificano dalla cucina). Ci sono però anche proposte da colazione più “local”, come il tenerissimo pane, burro e marmellata.
BARBITURICI – Via Santa Giulia, 21, bis, Torino – 011 276 7449
Questo delizioso e colorato locale di Vanchiglia è diventato un assoluto punto di riferimento per il brunch del weekend, grazie all’atmosfera amichevole e al grandissimo assortimento di proposte dolci e salate. Ci sono le torte home made, i bagel ripieni con contorno di gigantesche patatine fritte, il banana bread, I club sandwich (tra i più buoni della città), i panini con tanto tanto bacon e anche una English breakfast completamente vegana. Un posto divertente dove arrivare per il brunch e fermarsi a fare le chiacchiere fino all’ora dell’aperitivo.
CASAGOFFI – Viale Suor Giovanna Francesca Michelotti, 52/c, Torino – 353 341 3286
Uno degli spazi all’aperto più belli della città, Casagoffi (che quest’anno ha anche un’ampia sala al chiuso) è un grande locale sulle rive del Po dove bere un buon cocktail con gli amici, accompagnandolo da una proposta di tapas e di pizze. Durante il weekend, nella bella stagione, è piacevolissimo venirci per il brunch, che prevede tutti i grandi classici: omelette, club sandwich, panini al pastrami, hamburger e alcune trovate originali come la mango salad o il “poached”, un pan brioche accompagnato dall’uovo poché.
LA BICYCLETTE – Via Sant’Agostino, 4/D, 10122 Torino – 011 436 9705
Storicissimo locale dall’atmosfera un po’ parigina del centro di Torino, La Byciclette ha una doppia veste: di sera è frequentatissima da giovani, che si fermano a chiacchierare e a bere qualcosa fino a tarda notte, in un’atmosfera rilassata e amichevole. Di giorno invece ha una proposta pranzo dominata da quella che è da sempre la specialità della casa: le crepes, proposte in un infinito numero di versioni diverse (sono più di cento, tra dolci e salate). Nel weekend, le crepes sono anche protagoniste della proposta brunch, che comprende anche i pancakes, le insalate, le gallettes o i croques.
SMITH’S BRITISH – Via Virle, 19, Torino – 346 684 4598
Dove fare un brunch a regola d’arte se non in un locale specializzato in cucina British? Lo Smith’s è un posto pressoché unico in Italia, che alla proposta di fish & chips, eggs royale, formaggi inglesi, prawn Burger e altre cose tipicamente britanniche preparate in chiave gourmet unisce anche una bella proposta di colazioni. C’è l’ English breakfast (16 euro per bacon &eggs, salsiccia, funghi, patate, fagioli e pane tostato o 13 euro nella versione vegetariana) o il brunch, con muffin, pancakes e uova (Florentine, royale o Benedict, sta a voi scoprire qual è la differenza dopo averle provate tutte).
SETA SALA DA TE’ CULTURALE – Via Luigi Tarino, 7/D, Torino – 347 121 4506
Seta è un adorabile locale che ha l’interessante obiettivo di diffondere la cultura orientale. Lo fa con incontri, degustazioni e appuntamenti, ma principalmente attraverso la sua preziosissima e curata selezione di tè, accompagnata da una sfiziosa proposta food, fatta di bao (i paninetti cinesi), ravioli e altre cose simpatiche e buone. Il sabato e la domenica questi piattini preparati con cura costituiscono il menu del “brunch orientale”, che costa 18 euro a persona e prevede un tè di benvenuto, bao dolci e salati, edamame e cheescake ai fiori d’arancio. Tutto servito sempre con un grande sorriso.
JAPS! – Corso Moncalieri, 47, Torino – 011 1986 3779
Japs è il mio ristorante di sushi del cuore, un progetto torinese che non ha mai deluso nel rapporto qualità-prezzo. Il sabato e la domenica, nella sua sede di corso Moncalieri, propone il brunch giapponese (25 euro). Protagonista è il golosissimo (e ormai piuttosto popolare) katsu-sando, il panino di shokupan con all’interno una cotoletta di maiale impanata. Oltre a questo, ci sono altri piatti tradizionali giapponesi, come i gyoza, l’okonomiyaki (una tipica frittata con polpo di Osaka) o la Japanese Cotton Cheesecake, da mangiare sorseggiando i cocktail in pairing (BloodyMariko e Mimosa).
TAUER BAKERY – Via Madama Cristina, 22, Torino – 366 126 9001
Cupcakes, muffin e torte spatolate sono la specialità di questa bella pasticceria in stile anglosassone, che naturalmente propone anche il brunch. Si può fare tutti i giorni con un menu (anche in versione Vegan) dove ci sono i toast (da provare quello con il cheddar, very British), le uova con il bacon e soprattutto i pancakes, conditi in mille modi diversi. Per gli indecisi c’è anche la “pancake board”, un vassoio degustazione con dieci pancakes e tutti i condimenti dolci e salati (30 euro, ideale per due persone). Da provare anche la “Full English Breakfast”, con tutti i grandi classici (14 euro).
SWEET LAB – Via Principe Amedeo, 39, Torino – 011 1945 7907
Altra bakery specializzata nel brunch è Sweet Lab, un locale dai colori pastello e dall’aria un po’ anni Cinquanta, e un’offerta elegante di torte personalizzate e decorate in stile cake design. L’offerta per il brunch è sia alla carta che combinata in una serie di proposte: la degustazione brunch classica costa 20 euro; il “Pancakes Party” 22 euro (minimo due persone), così come la “Breakfast in love”, composta da una pila di pancake con banana, fragole e sciroppo d’acero, Red velvet e caffè americano. C’è anche l’hangover breakfast (17 euro), nel caso abbiate esagerato la sera prima.
AVOCUDDLE CAFE’ – Galleria Umberto I, n° 25, Torino – 011 1886 7356
L’Avocuddle cafè è nato sulla scia dell’enorme popolarità conquistata negli ultimi anni dall’avocado, che in effetti è anche uno dei grandi protagonisti del brunch. Per questo, ogni sabato e domenica dalle 10 alle 15, questo simpatico e informale locale in Galleria Umberto I propone tre diverse proposte di brunch: l’AVO-Brunch (con Avocado toast e patate al forno, dolce, yogurt, bevanda calda ed estratto a 21,50 euro), il The Best Brunch (Avocado toast o bagel, French toast o pancake, estratto, caffè e cocktail a 27 euro) e il Basic Brunch (Avocado toast, torta, estratto e caffè a 16,50 euro).
QUI IN VANCHIGLIA – Via Giulia di Barolo, 16D, Torino – 011 812 6626
Non c’è dubbio che Vanchiglia sia il regno del brunch: a dimostrarlo c’è anche questo locale giovane e irriverente di via Giulia di Barolo, con una proposta quotidiana specializzata in cose come crocque madame e crocque monsieur, taglieri e soprattutto avocado toast (con salmone, con tacchino o vegetariano, accompagnati sempre dalla salsa guacamole home made). Oltre al salato, ci sono poi anche le torte e i biscotti, per chi cerca qualcosa di dolce. Naturale quindi che tutto questo savoir faire sfoci poi, durante il weekend, in un menu brunch convincente, goloso e abbondante.