Il Cortese è tra i vitigni autoctoni più importanti del Piemonte. Oggi, per merito della capacità visionaria delle ultime generazioni di enologi e viticoltori, i vitigni autoctoni godono di un crescente livello di interesse: molti sono stati riscoperti e recuperati, altri sono stati valorizzati. Una vera e propria tendenza nel mercato del vino, per via delle caratteristiche organolettiche dei diversi vitigni che si differenziano da quelli internazionali per profumo e personalità.
E proprio del dialogo con il proprio territorio il Cortese ha saputo fare tesoro prezioso, mantenendo un legame con la sua terra, conservando così le caratteristiche e la personalità che lo rendono unico. È inevitabile quindi parlare di territorio in riferimento al vitigno Cortese: un angolo del Piemonte ancora selvaggio e indomito, un’ampia area della Regione che si estende dalla provincia di Alessandria, sul sistema collinare che unisce Ovada e Acqui Terme a Nizza Monferrato, fino alla provincia di Asti sulla sponda destra del fiume Tanaro. Oltre 3 mila ettari coltivati, 4 regioni che si congiungono – Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria – e 3 province coinvolte – Alessandria, Asti e Cuneo –, per un vitigno fortemente legato alle sue origini, che fa dei terreni ricchi di sedimenti argillosi il suo terreno di vocazione.
Un’area che subisce l’influenza della brezza ligure, salmastra e marittima, appena mitigata dalle Alpi che rendono il microclima unico e ricco, perfettamente bilanciato. Andare alla scoperta del Cortese significa andare a conoscere un territorio affascinante, una natura suggestiva, fatta di boschi e vigneti, ma che dialoga armonicamente con le cantine, le enoteche e con i Consorzi, veri interpreti della personalità del vitigno Cortese, che ne permettono di diventare vino in tutte le sue sfaccettature e che si impegnano nella sua valorizzazione e scoperta.
A rendere ancora più interessante il mondo del Cortese è, infatti, il mondo che è stato costruito intorno per valorizzarlo e per tutelarlo. Una base associativa appassionata, intraprendente e volitiva, capace di organizzare progetti dinamici e di alti livelli qualitativi, che partono dalla tradizione per svilupparsi in modo concreto nel futuro, proprio come nel caso del progetto Anno del Cortese.
“L’iniziativa Anno del Cortese per gli anni 2020 e 2021, lanciata dalla Regione Piemonte ha voluto dare un giusto riconoscimento ad un vitigno storico attraverso un programma di azioni promozionali e di marketing diffuso, non solo a livello regionale ma anche nazionale”, così commenta l’Assessore Marco Protopapa. “Grazie alle attività svolte dalle Enoteche regionali, dai Consorzi di tutela e dalle Botteghe del vino, sono stati coinvolti pubblico, operatori, giornalisti e comunicatori del settore enogastronomico per promuovere il vino insieme al suo territorio di produzione, principalmente nell’Alessandrino, ma anche nelle colline Astigiane e in parte nel Cuneese. Dopo il Dolcetto e il Cortese per il prossimo anno l’Assessorato regionale all’Agricoltura proseguirà con il rilancio di un altro vitigno autoctono a bacca rossa. L’intento, infatti, è di valorizzare ogni anno un vitigno minore insieme alle zone di produzione e all’offerta turistica, culturale e paesaggistica legata al vino”.