Una nuova grande sfida è appena iniziata per il Piemonte, che ambisce a diventare una Food Valley di portata mondiale. Un nuovo progetto vuole infatti promuovere Torino e il Piemonte come World Food Capital, utilizzando il cibo come leva di sviluppo economico e coinvolgendo tutti gli operatori del settore alimentare.
Il comitato promotore, fondato da Federico Ferrero – medico nutrizionista, foodteller e vincitore della terza edizione di MasterChef – vede lontano e sogna una valle del settore alimentare in Piemonte, che mette il cibo al servizio dello sviluppo economico e sociale del territorio e lo usa per attrarre non solo turisti, ma anche investitori, per sostenere i giovani nell’imprenditoria agricola e alimentare, e per promuovere nel mondo non solo le eccellenze alimentari, ma anche la grande esperienza alimentare del Piemonte.
Per farlo, ha lanciato una petizione su change.org per chiedere che una quota di fondi europei destinati alla Regione Piemonte sia usata per finanziare il progetto. La scelta della piattaforma change.org non è casuale, il progetto vuole partire dal basso e coinvolgere gli abitanti di tutti i territori piemontesi e creare un dialogo che tocchi tutti gli ambiti in cui opera il food.
Ferrero ha un approccio globale, spiega: “Uniti, noi piemontesi, sapremo vincere la sfida di specializzare tutta la nostra regione sul food in tutte le sue sfaccettature e renderla un punto di riferimento internazionale”. Ai tavoli di lavoro del progetto vuole tutti gli attori del settore: dall’industria all’agricoltura, formazione, ricerca, cultura, commercio, artigianato e ristorazione.
Le risorse a Torino e in Piemonte ci sono, i numeri parlano da soli. Se si mettono assieme agricoltura, industria, ristorazione e commercio, per il solo 2019 il valore aggiunto dell’economia del cibo piemontese è stato di oltre 8 miliardi di euro. Le cifre sull’occupazione non sono da meno, gli addetti nel Food piemontese sono circa 242.000, di cui 103.000 circa lavorano in ristoranti e bar.
La Food Valley Piemontese immaginata da Ferrero però va oltre e dà spazio anche a cultura, formazione e ricerca. In fondo, la regione vanta 6 musei del cibo e 8 fiere internazionali, di cui il Salone del Gusto è la più famosa, nonché un polo universitario altamente specializzato in cultura del cibo, oltre che in tecniche produttive. Al lancio del progetto, Ferrero ha messo chiaramente l’accento sul fatto che la regione ha un gran capitale in termini di esperienza nel settore alimentare, e anche un grande potenziale ancora da sviluppare.
Il progetto non dimentica il lato green e si propone anche di salvaguardare la biodiversità dell’agricoltura piemontese. La protezione dell’ambiente sarà una priorità in questa Food Valley allineata con l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Una scelta strategica nel momento in cui tutta l’alta politica Europea guarda all’ambiente per risolvere l’enigma dell’economia post-Covid.
Insomma, un progetto ambizioso ma basato su buoni presupposti e che con il suo approccio a 360 gradi potrebbe risolvere il problema dell’effetto dispersivo di quando troppi piccoli attori comunicano senza un filone comune. La risposta del pubblico piemontese farà capire se i tempi sono maturi per il dialogo necessario a sviluppare un progetto di così ampio spettro, e indubbiamente a grande potenziale per il futuro della regione.
Come funzionerà in pratica?
Il progetto Torino-Piemonte World Food Capital funzionerà sulla base di tavoli di lavoro specializzati su formazione e ricerca, cultura, industria, agricoltura, artigianato, ristorazione, commercio e ospitalità. Ogni tavolo seguirà dei progetti specifici al suo ambito.
A chi si rivolge?
Il progetto dà la possibilità a tutti gli interessati di partecipare in base alle loro capacità, da coloro che sono coinvolti indirettamente o direttamente nel settore alimentare a qualsiasi cittadino interessato al progetto. I dettagli su su change.org.