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Le sue sale hanno ospitato le più importanti personalità politiche e culturali della storia moderna e contemporanea, ma per quasi tre secoli, tra il 1500 e il 1800, fu utilizzato dai Papi come residenza alternativa ai palazzi vaticani.
Dal 1946, con la nascita della Repubblica Italiana, divenne la sede del Presidente della Repubblica, e da allora sono stati dodici i capi di Stato che vi hanno risieduto.
Stiamo parlando del Palazzo del Quirinale, edificato tra il 1573 e il 1583 su una superficie di più di 110.O00 m² che ne fanno il sesto palazzo più grande del mondo, nonché uno dei più preziosi esempi di stile classicista italiano.
Nelle prossime ore, il Palazzo del Quirinale si preparerà a ospitare un nuovo inquilino: il mandato del Presidente Mattarella è terminato e il Parlamento si appresta, non senza difficoltà, a eleggere il nuovo Capo dello Stato.
Chiunque sarà, una cosa è certa: le cucine del Quirinale dovranno lavorare alacremente, nei mesi a venire, per adattarsi ai gusti gastronomici del nuovo inquilino (o della nuova inquilina, perché no?) e preparare gli appuntamenti ufficiali che verranno, come le celebrazioni per la Festa della Repubblica, per esempio, o le visite dei Capi di Stato e dei Reali di tutto il mondo.
Le cucine del Palazzo del Quirinale sono al piano -1, misurano circa 700 m² e sono guidate da circa 28 anni dall’Executive Chef Fabrizio Boca.
Il lavoro delle cucine del Quirinale è pianificato alla perfezione per far fronte agli appuntamenti ufficiali, che si tratti di visite di capi di Stato stranieri o specifiche ricorrenze del calendario italiano e internazionale. I piatti proposti in queste occasioni sono sempre della tradizione italiana, tuttavia lo studio dei menu può cominciare anche diversi mesi prima dell’appuntamento specifico e deve tenere conto di diversi aspetti, come per esempio gli usi culturali o religiosi degli ospiti.
Ma, al di là degli appuntamenti istituzionali, buona parte del lavoro della brigata di cucina del Quirinale sta nell’intercettare e nel soddisfare i gusti del Presidente, il “cliente fisso” di ogni servizio per 7 anni. A tal proposito sono noti i piatti preferiti di quasi tutti i Presidenti che si sono succeduti nel corso di questi (quasi) 76 anni.
Come ricordava Ferdinando Regis qualche mese fa su la Repubblica, Enrico De Nicola, il primo Presidente della Repubblica Italiana, amava il filetto di manzo alla brace, mentre Sandro Pertini pare fosse fan del brodino di carne. Più raffinati i gusti di Giovanni Gronchi, che tra i suoi piatti preferiti annoverava l’insalatina di granchi, e come dimenticare Giuseppe Saragat e i suoi agnolotti alla piemontese? Veniamo a tempi più recenti per citare i piatti preferiti di Oscar Luigi Scalfaro: gelatina a cubi e cipolla di Tropea marinata, mentre il suo successore, Carlo Azeglio Ciampi, sembra non potesse proprio fare a meno del Caciucco alla livornese. Gusti semplici e “italianissimi” per Giorgio Napolitano, che durante gli anni al Quirinale era solito gustarsi un piatto di spaghetti al pomodoro. E l’attuale Capo di Stato? Sergio Mattarella ha una predilezione per le zuppe e le vellutate di legumi, ma talvolta si concede qualche piatto tipico della sua Sicilia come gli anelletti al forno.
Da qui a poche ore, non saranno solo le sorti politiche del nostro Paese a cambiare orizzonte, ma anche la brigata di cucina del Quirinale, che dovrà prepararsi ad accogliere il nuovo Presidente con tutti gli onori gastronomici del caso. Del resto, come diceva la celebre scrittrice britannica Virginia Woolf, non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene.