di EDOARDO GATTI
Finalmente, con il mio fido compare Corrado, siamo tornati al Cannavacciuolo Bistrot di Torino.
In cucina troviamo il giovane Gabriele Bertolo, classe 1997, che ha iniziato il suo percorso a Strasburgo, è passato per i ristoranti del Gruppo Cannavacciuolo (da Novara a Villa Crespi, fino a Laqua Vineyard e Laqua Countryside), e ora è tornato lì dove tutto era cominciato, al Bistrot di Torino, stavolta come Executive Chef. E si sente.
I suoi piatti portano la firma inconfondibile della filosofia di Antonino: gusto, sostanza e idee chiarissime.
I grandi classici? Una garanzia. Cannavacciuolo Bistrot Torino: martedì sera, tutto pieno
Se sei alla prima volta qui, ci sono quei piatti che devi provare, punto. Tipo il Tonno Vitellato, il riso aglio, olio, limone e bottarga o il maialino con cipollotto e lampone. Comfort food, sì, ma con un twist da “wow”.
Le novità? Promosse!
Noi però i grandi classici li conosciamo bene e abbiamo deciso quindi di provare qualche novità, spingendoci su nuovi piatti che non deludono affatto, anzi, conquistano.
Abbiamo preso:
Sui commenti non andremo oltre, la cucina si conferma di sostanza, il servizio impeccabile, preciso e attento e la carta di vini estremamente ampia.
Ma parliamo di ciò che conta davvero.
Martedì sera, ore 20:30.
Entriamo e il locale è pieno.
Sessanta coperti. Tante coppie, tanti torinesi, pochi turisti.
Un’atmosfera calda, viva, accogliente.
Chiacchieriamo con Alfredo Diafano, il Direttore, che ci conferma: ” è la normalità”.
Il Cannavacciuolo Bistrot Torino funziona alla grande.
E no, non solo perché è “di Antonino”. Funziona perché si sta bene. È un posto dove torni volentieri, anche se sei torinese – e diciamolo, non siamo certo famosi per spendere a cuor leggero certe cifre.
E poi lavorano sempre: la sera della Vigilia, il pranzo di Natale, Capodanno, persino il 1° gennaio. Il tutto grazie a una squadra affiatata di ragazzi e ragazze, giovani, veloci, bravi.
La vera stella? Il ristorante che funziona.
Al di là delle stelle, dei vezzi creativi e delle supercazzole gastronomiche, la verità è una: il successo di un ristorante, stellato o no, si misura da una cosa sola. È pieno? Funziona? La gente ci torna? Il Cannavacciuolo Bistrot di Torino funziona. Piace. Fa 60 coperti di martedì. È un posto che crea valore: per l’azienda, per chi ci lavora e per la città. E di questi tempi, non è poco.
Quindi, bravi.
Bravissimo Alfredo, oste impeccabile.
Bravissimo Gabriele, chef di talento.
E bravi quegli imprenditori che credono in progetti sostenibili, belli e utili.
Torinesi, se non ci siete mai stati, fatevi un favore e provatelo.