Si può bere il vino rosso in estate? Con Franco Morando, patron di Montalbera, parliamo di questo e delle 1000 sfumature del Ruchè.
Franco, questo mito che il vino rosso d’estate non si può bere è vero?
Partiamo da un presupposto che poi è semplice buon senso: quando ci sono 38°, come in questi ultimi giorni, è difficile bere qualsiasi vino, dai rosati ai rossi più strutturati. Detto questo, dei tre Ruchè che realizziamo in Montalbera ce n’è uno, La Tradizione, che presenta una versatilità unica per via della sua freschezza, della sua semplicità di beva e della sua aromaticità. A differenza di quanto succede alle uve destinate a diventare Ruchè Laccento, le uve di Ruchè La Tradizione non vanno incontro a macerazione prolungata né a sovramaturazione, così che il “vino frutto” che ne deriva può addirittura, se bevuto a occhi chiusi, essere scambiato per un bianco.
Addirittura?
Certamente il consumatore più attento si renderà conto, anche a occhi chiusi, di trovarsi di fronte a un vino rosso, ma se servito alla giusta temperatura il Ruchè La Tradizione sprigiona i suoi magnifici sentori di albicocca, fragola e spezie, un bouquet fresco e perfetto per l’estate. Quindi, per rispondere alla tua domanda iniziale, il vino rosso d’estate si può bere e può essere abbinato splendidamente a piatti di pesce come branzini e stoccafissi, ma anche alle sugose ricette liguri e ai merluzzi tipici delle cucine marchigiane. Questa grande versatilità è una delle motivazioni che fin da subito ha spinto Montalbera a credere nella denominazione Ruchè, capace negli anni di donarci sorprese ed emozioni incredibili.
Nel 2022 è nata la denominazione “Riserva” anche per il Ruchè. Cosa ne pensi?
La riforma dello statuto disciplinare, promossa da Montalbera e da altri produttori, puntava proprio a questo, a portare in essere vinificazioni e affinamenti nuovi. Il Ruchè, nella sua concezione tradizionale, è un vino da tutti i giorni, ma noi abbiamo sempre pensato che l’estrema versatilità di cui parlavamo poc’anzi potesse permetterci di sperimentare strade nuove, con lo scopo di valorizzare il nostro vitigno principe. Considera che Montalbera è stato il primo produttore a studiare e realizzare un affinamento in legno per il Ruchè – la prima annata di Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG Limpronta vede la luce, infatti, nel 2008 – e ora che la denominazione Riserva è realtà vediamo finalmente riconosciuto un lavoro e uno studio lungo anni.
Che vino è il tuo Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG Riserva Limpronta?
È un vino elegante, figlio di severi protocolli di lavorazione in vigna e di un prolungato affinamento prima in legno e poi in bottiglia. È un vino complesso, che può tranquillamente competere con i più grandi Pinot Noir internazionali. Affina 12 mesi in botti di secondo e di terzo passaggio, affinché il legno, proveniente dalle magnifiche foreste del cuore della Francia, rilasci gradatamente i suoi eleganti sentori speziati. L’affinamento prosegue poi per altri 12 mesi in bottiglia, con disposizione orizzontale e 16 C° fissi, per ottenere la massima espressione del vino. È stata una bella scommessa di cui Montalbera si è fatta fiera portatrice.
Ci sono altre sorprese in vista?
Sì, e la più importante riguarda il Piemonte DOC Viognier, una denominazione fortemente voluta da Montalbera che ha sempre creduto in questo grande vitigno monferrino, nell’ottica di una continua valorizzazione delle eccellenze del nostro territorio. Ora che l’impiantamento è stato riconosciuto e si può finalmente segnalare in etichetta la denominazione, il progetto si arricchisce di un’istituzionalità che prima non aveva e potrà essere ulteriormente sviluppato. A Castiglione Tinella invece, che per Montalbera è sinonimo di Alta Langa DOCG, abbiamo acquisito altri tre ettari, portando il totale a 5 ettari di Pinot Noir, 3 di Chardonnay e ½ di Pinot Meunier, tipico della regione della Champagne e utilizzato proprio per la produzione del più famoso vino francese. Ci darà grandi soddisfazioni nell’ulteriore perfezionamento delle nostre bollicine.