Sull’insegna campeggia la data 1961, ma in realtà il ristorante Guido da Costigliole a Santo Stefano Belbo nelle Langhe ha appena compiuto vent’anni, in questa calda estate del 2022.
Il motivo è presto detto. Nel 1961 Guido Alciati apriva, insieme alla moglie Lidia, il suo primo ristorante a Costigliole d’Asti e dava di fatto il via a un nuovo modo di intendere la ristorazione in Langa: più attenta alla selezione delle materie prime e al servizio, secondo un modello di alta cucina allora tipico delle grandi città italiane ed estere.
Certo, con una fuoriclasse come Lidia in cucina, proporre un menu di alto livello non fu difficile, e Guido ebbe il merito di capire prima di altri che quel sistema avrebbe funzionato. Ed eccoci qui, ai giorni nostri con uno dei tre figli della coppia, Andrea, che insieme a Monica Magnini e allo Chef Luca Zecchin apre, nel 2002, un ristorante che già nel nome richiama la memoria del padre: Guido da Costigliole.
I tre soci lo aprono a Santo Stefano Belbo, all’interno del Relais San Maurizio che, a sua volta, sorge tra le mura di un antico monastero del 1600. Qui, nelle ex cantine, Guido da Costigliole diventa immediatamente un punto di riferimento per i gourmand di tutto il mondo, attratti dalla bellezza delle Langhe e desiderosi di scoprirne le specialità gastronomiche. Il riconoscimento di 1 stella Michelin non tarda ad arrivare, proiettando il ristorante Guido da Costigliole nell’Olimpo dell’alta ristorazione delle Langhe e del mondo.
Luca Zecchin ha avuto il privilegio di lavorare con Lidia Alciati in persona, da cui ha appreso i segreti della cucina del territorio e soprattutto dei plin, gli agnolotti tipici per cui il nome degli Alciati è famoso in tutti il mondo (addirittura il Los Angeles Times dedicò la copertina dell’inserto food proprio a Lidia Alciati definendola The Agnolotti’s Queen).
Andrea e Monica, che si occupano della sala e della cantina, sono i custodi di un’antica tradizione di accoglienza e ospitalità che deriva dagli insegnamenti di Guido e di Lidia. Curano le cantine del ristorante, ricavate in affascinanti nicchie “segrete” cui si accede direttamente dalle sale e che racchiudono tesori di inestimabile valore. Fanno sì, in buona sostanza, che l’esperienza valga la pena di essere vissuta in tutte le sue sfumature.
Ed è proprio un’esperienza cenare da Guido da Costigliole, questo va detto. È un’esperienza innanzitutto per il luogo, di bellezza e storicità ineguagliabili, sia sotto le volte di mattoni a vista, sia sulla terrazza panoramica che affaccia sulle colline. Grazie alla cucina, poi, l’esperienza si completa, con diversi menu che permettono di esplorare i classici della cucina piemontese interpretati in chiave moderna, ma anche piatti di pesce e una ricca proposta vegetariana.
Trascorrere una serata nelle Langhe al Ristorante Guido da Costigliole, cominciando con un aperitivo (Monica e Andrea sono grandi appassionati di distillati e durante la pandemia hanno addirittura creato una nuova etichetta di Gin che si chiama OM Yogin con botaniche di Langa), proseguendo con una cena e poi con un dopo cena, magari in terrazza, è davvero un’esperienza che merita di essere vissuta oggi come vent’anni fa.