di CORRADO LARONGA
A volte, un pranzo diventa qualcosa di più di un pranzo. Grazie a Maria, Andrea e agli chef Kevin e David, da Raffaleo è successo proprio questo.
Il ristorante si trova in via Piave, là dove un tempo c’era uno storico pub e dopo un birrificio artigianale, ma ora questi muri ospitano un locale un po’ enoteca e un po’ ristorante aperto dalla famiglia Sottile, già proprietaria di tre diversi ristoranti italiani a Singapore.
A Torino sono legati da ragioni affettive, essendo la loro città natale, ed è questo il motivo che li ha spinti, nell’agosto del 2022, ad aprire in città il loro primo ristorante dentro i confini nazionali.
Andare a trovarli è diventato più di un pranzo perché ci hanno proposto un menu intrigante, amalgamando influenze gastronomiche da tutto il mondo con la cucina italiana. Nei piatti abbiamo trovato il Sud America, l’Asia e l’Italia e con piacere ci siamo accorti che insieme stanno molto bene, come ci ha dimostrato l’inizio con il Ceviche del Raffaleo, una proposta decisamente ben riuscita. Una capasanta gustosa, freschissima e piacevolmente corposa. Non un classico ceviche, ma una versione resa più vicina ai nostri gusti smorzando l’acidità del piatto classico e ammorbidendolo grazie all’acqua di provola e alla cipolla di Tropea. Un delicato leche de tigre, dove il coriandolo si sente, ma non disturba, completa la ricetta.
A curare la proposta gastronomica è Gerri Sottile, che in qualità di direttore ed Executive Chef si divide tra questa e la altre attività di famiglia a Singapore. Per questo, ha selezionato un team di grande esperienza formato in primis da sua sorella, Rosa Maria Sottile, che insieme al figlio Andrea Mauro coordina il servizio di sala. In cucina invece troviamo Kevin Giovanetti e David Cabrera, rispettivamente Chef e Sous Chef.
Se dovessimo trovare uno scopo al Raffaleo, oltre a quello di far star bene i suoi ospiti, sarebbe quello di raccontare la cucina italiana di oggi, quella che dal melting pot di culture che la compongono ha ricavato una proposta nuova, internazionale ma senza dimenticarsi delle origini.
I piatti sono molto convincenti, golosi e tecnicamente ben eseguiti e spaziano agilmente tra la carne, il pesce e le verdure, riuscendo a proporre un menu completo e intrigante in ogni proposta.
Anche per chi, come noi, ha qualche intolleranza alimentare, ci sono proposte che soddisfano il palato pure là dove non te lo aspetteresti, come per esempio in un piatto a base di carote, rotondissimo nel gusto con le sue diverse varietà del vegetale fatte arrosto e accompagnate da un puree di tuorlo d’uovo e da una generosa grattata di Parmigiano Reggiano 36 mesi.
Ma Raffaleo, come dicevamo in apertura, è anche Enoteca.
La Carta dei Vini, frutto del grande lavoro di ricerca di Gerri e di Andrea, conta oggi circa 180 referenze di cui un 90% di origini piemontesi e toscane, e un restante 10% di etichette estere, soprattutto francesi.
Ora vi facciamo vedere cosa abbiamo mangiato.