Sugarlandia: no, non è il titolo di una fiaba, né di una storia fantastica sulla falsariga di Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie, La Fabbrica di Cioccolato o Il Mago di Oz.
È molto meglio, perché non stiamo parlando di fantasia, ma di realtà. Sugarlandia è infatti il soprannome con cui è stata battezzata l’isola di Negros, un paradiso in terra nascosto tra le 7200 isole che compongono quel paese da noi poco conosciuto che è l’Arcipelago delle Filippine.
Un paradiso in terra fatto di giungla selvaggia, mare cristallino e – come tutti i paradisi che si rispettino – provvisto anche di un contatto diretto con l’inferno: il vulcano Kanlaon.
Ma il vulcano, relegato nel suo regno e circondato da 25000 ettari di terreno, in questa fiaba che è realtà non scalfisce la bellezza della storia che vogliamo raccontarvi.
C’era una volta Sugarlandia, che si chiama così perché è il luogo più ricco di canna da zucchero di tutte le Filippine: se ne produce lì più della metà di tutto il Paese messo insieme.
E quando si dice canna da zucchero, viene in mente subito: Rum. Proprio lo stesso pensiero che colse Stephen Carroll mentre era in vacanza sull’isola di Negros poco più di dieci anni fa, e che se ne innamorò. Lui, che lavorava per Rémy-Cointreau, si prese un anno sabbatico proprio per rispondere alla domanda: ma dove è il rum a Sugarlandia? E lui stesso diede la risposta, creando il rum Don Papa.
Un rum che è espressione di Sugarlandia fin nel profondo, come le radici nodose delle piante che popolano la sua giungla.
Ma il rum Don Papa dalla sua giungla è uscito, e con successo: non un fenomeno di massa, però ricercato nelle enoteche, nei bar degli alberghi, nei luoghi dove i bartender si esprimono al massimo.
Ricercato nel vero senso della parola, vale a dire: cercato dalle persone, che lo scelgono per le sue note vanigliate, i sentori di frutta candita – arancia in primis – che permettono di riconoscere in questo rum qualcosa di unico, segno dell’unicità del posto da cui proviene.
In questa favola è lui, il rum Don Papa, il principe azzurro di Sugarlandia. Volete sapere chi è la principessa? Con calma, non si corre nelle favole, anche quando sono reali.
Prima parliamo del principe Don Papa, che è dolce: una dolcezza data da una melassa particolarmente ricca, supportata poi da 7 anni di attesa in botte – è dura ma ce ne vuole a maturare, anche per i principi. Don Papa non trascorre il suo tempo di preparazione solo in botti di ex Bourbon, ma si presta a un ulteriore passaggio anche in quelle di ex Rioja, che gli regala – come fosse il dono di una Fata Madrina – sentori molto particolari, decisamente unici. Le note del Don Papa finito hanno tutte una ragione d’essere, e una certa maturità conquistata sul campo: pronto per la sua principessa, della quale possiamo ora svelare l’identità.
È lei: la cucina filippina. Questa sconosciuta, diranno in molti. Anche di Cenerentola lo dicevano, eppure il principe la scelse tra molte e la rincorse dopo la mezzanotte con l’unico appiglio della scarpetta di cristallo. In questa storia il paradigma è lo stesso: una rincorsa per portare a palazzo l’amata.
Perché il rum Don Papa è già a palazzo, le sue doti sono giustamente note, riconosciute e apprezzate. La sua amata, la cucina filippina è – esattamente come Cenerentola – vista come un personaggio di contorno, sconosciuto, eppure proprio come in tutte le migliori fiabe ha le carte in regola per emergere.
Quello che rappresenta è il melting pot per eccellenza: manifestazione di un Paese che ha avuto dominazioni diverse, nasce fusion per natura propria e non per moda. Frutto di un popolo che, forte di lingua inglese e spagnola, si è sparpagliato ovunque ma non ha mai perso i contatti con le proprie radici, portando a casa ciò che strada facendo ha appreso nel resto del mondo. Intrisa di origini e di contaminazioni come nessun’altra mai, la cucina filippina non è solo principessa: ancora prima di incontrare il principe, è regina di commistioni, capace di tenere a bada il dolce e l’acido su equilibri che conosce solo lei.
La conquista del principe è già scritta: rum Don Papa volteggia nella sala da ballo con la cucina della sua terra, regalando emozioni che solo le favole sanno far provare.
Per conoscere l’evoluzione di questa favola vera, seguite Sugarlandia is calling, un progetto in continuo fermento che vi farà entrare nel mondo di Sugarlandia e di rum Don Papa. Sarà come aprire un libro di fiabe, con la differenza che vi ci troverete catapultati dentro. E a quel punto sì, sarà un po’ come in Alice e il Paese delle Meraviglie.