Le feste sono finite e per tanti è arrivato il momento di fare i conti con le abitudini alimentari che ci hanno accompagnato nelle ultime settimane.
Non è necessariamente un problema di bilancia, ma di purificazione, un percorso che tanti di noi desiderano intraprendere, specialmente a gennaio.
Per cavalcare quest’onda di salutismo sono nati Veganuary e Dry January, due movimenti globali che invitano le persone a sperimentare il veganismo e l’astensione dall’alcol per tutto il mese di gennaio.
Veganuary ha avuto origine nel Regno Unito nel 2014, con l’obiettivo di ispirare le persone a esplorare lo stile di vita vegano come una risposta positiva alle sfide ambientali e alla salute globale. Da allora, il movimento ha guadagnato popolarità in tutto il mondo, coinvolgendo milioni di persone ogni anno.
Il principale obiettivo di Veganuary è quello di educare le persone a una dieta vegana, dimostrando che adottare uno stile di vita basato sull’alimentazione vegetale può essere facile, buono e sostenibile. Durante il mese di gennaio, i partecipanti sono incoraggiati a impegnarsi a seguire una dieta vegana e a esplorare ricette, ristoranti e prodotti vegani.
Per quanto riguarda Dry January, l’idea di dedicare il mese di gennaio a un periodo di astinenza dall’alcol ha radici di nuovo nel Regno Unito e si è diffusa in tutto il mondo negli ultimi anni. L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare le persone sugli effetti dell’alcol sulla salute e di incoraggiarle a prendere consapevolezza dei propri consumi.
Ma dove provare a Torino, queste due filosofie? Abbiamo due ristoranti da consigliarvi: Soul Kitchen e Antonio Chiodi Latini.
Da Soul Kitchen, lo chef Luca Andrè si fa promotore dal 2013 di un movimento, che celebra l’alimentazione vegetale, trasformando e decodificando il mondo green, con una proposta dedicata. Altissima tecnica nella preparazione dei piatti e grande selezione delle migliori materie prime, sempre secondo i dettami del zero waste.
La Mission di Soul Kitchen è portare la cucina vegetale allo stesso livello di tutte le altre. Come accade in Europa e nel resto del mondo, dove l’Alta Cucina Vegetale è premiata dalle guide di settore, dai critici, con i giusti riconoscimenti. Perché, fondamentalmente, non ha nulla da invidiare alle altre.
Il ristorante oggi presenta anche una proposta di mocktail, ovvero cocktail analcolici, dove l’arte della mixology si fonde armoniosamente con la cucina vegetale. L’ultima creazione è un mocktail ispirato al celebre Negroni, realizzato con il Walcher Red veneziano biologico, con note di arance rosse di Sicilia, fiori di sambuco e le delicate note amare del rabarbaro, dell’assenzio, della genziana e della radice di violetta. Il secondo ingrediente è il Bttr prodotto da Jnpr spirits, che conferisce al mocktail la nota finale amara e persistente.
Il ristorante di Antonio Chiodi Latini parte invece da un cambiamento di vita, una sfida professionale, una prospettiva nuova e appassionante. Dopo anni di esperienza nel mondo dell’alta ristorazione lo chef sente di non poter più dire nulla di nuovo con i suoi piatti, a meno di cambiare paradigma. Così fa una scelta personale, intellettuale e lavorativa, eliminando i prodotti animali e ripartendo dai vegetali, trattati nella maniera più naturale possibile. Studia, sperimenta, scopre e cucina.
Oggi, il ristorante di Antonio Chiodi Latini a Torino si fa destinazione per chiunque voglia provare una cucina sperimentale, difficile da etichettare, certamente buona. Buona perché si dimostra virtuosa nel rispettare il mondo vegetale e chi lo cura: gli agricoltori. Buona perché valorizza la materia prima di stagione, comportandosi in modo onesto con la natura. Buona perché di qualità, perché contamina sapori e ingredienti di territori vicini e lontani. Buona perché fa bene a noi e al nostro pianete. Buona, infine, perché ricerca il gusto sopra ogni cosa.