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IParcellari: i vini nascono dalle parcelle

IParcellari nasce da un’idea di Davide Canina, sommelier professionista, che dall’osservazione dei cru francesi ha avuto un’idea: produrre vino solo da piccole parcelle, cioè uno spazio ben definito da terroir e microclima, limitato all’interno di un vigneto. Un’esaltazione del territorio vitivinicolo che, nella sua parte migliore, finisce in bottiglia.

Ne abbiamo parlato con lui.

vino monferrato i parcellari

 

Davide, da dove nasce l’idea de IParcellari?

Nasce da un’idea mia e di mia moglie, Monica Pedrotto, quando lavoravo alla Locanda del Sant’Uffizio (2 stelle Michelin n.d.r.) come sommelier. Per la verità, l’idea di produrre un vino ce l’avevo da anni, ma l’occasione arrivò in quel periodo, perché il proprietario della casa che affittavo aveva una bellissima vigna, quindi mi è stato di grande ispirazione. Essendo appassionato di Borgogna, ho voluto sviluppare un progetto di produzione vini solo ed esclusivamente parcellare.

Cosa significa vino parcellare?

Una parcella è uno spazio definito e limitato all’interno di un appezzamento di terra, in questo caso di una vigna. Un insieme di parcelle si chiama “parcellare”. Nel pratico, significa che per produrre i nostri vini selezioniamo piccole porzioni di terra all’interno di un vigneto, particolarmente interessanti per terreno e microclima, poi coltiviamo e raccogliamo le uve secondo un protocollo specifico creato dal nostro agronomo Maurizio Gily per poi lavorarle in cantina sotto la supervisione del nostro enologo Claudio Dacasto.

vino monferrato i parcellari

 

Quindi non avete vigne di proprietà.

No, le vigne sono di agricoltori conferitori ai Produttori di Govone. Noi facciamo ricerca per individuare all’interno degli appezzamenti i terreni migliori per ottenere queste piccole vinificazioni che vogliono valorizzare i vitigni tipici del Piemonte e del Monferrato. È bello perché l’intero progetto coinvolte tante persone, soprattutto le famiglie che materialmente si occupano del vigneto durante tutto l’anno. Infatti, nelle nostre etichette inseriamo il nome della famiglia che ha curato la singola produzione e anche la data della vendemmia.

Le vostre etichette in effetti sono molto particolari, ce le racconti?

Certo! Frontalmente si vede la forma della parcella da cui provengono le uve, mentre sul retro, come dicevo, c’è il nome della famiglia che ha curato il vigneto, la data di vendemmia, il bricco da dove arriva l’uva e il numero della parcella catastale. Garantiamo anche che ogni vino è fatto dal 100% di uve del vitigno specifico.

vino monferrato i parcellari

 

Quali vini fate?

I vini classici del Monferrato, quindi il Grignolino d’Asti, la Barbera d’Asti Superiore del comune di Cioccaro, lo Chardonnay in stile Borgogna (affinato in legno), il Sauvignon, l’Albarossa (le cui uve vengono però raccolte in Roero perché è lì che abbiamo trovato la parcella migliore), il Ruchè e infine il Nebbiolo.

C’è l’idea di fare un Barbaresco o un Barolo in futuro?

Sì, ma ci stiamo ancora lavorando. Il nostro Nebbiolo comunque affina un anno in legno e poi un anno/un anno e mezzo in bottiglia. Quindi è una lavorazione a metà tra un Barolo e un Barbaresco. E poi c’è il grande lavoro che stiamo facendo sulle Barbera, cioè la selezione di tre parcelle in tre comuni diversi per dare vita a tre Barbera Superiori che sarà divertentissimo assaggiare per scoprirne le differenze. Oltre alla Barbera che già abbiamo in produzione arriveranno la Barbera di Montegrosso e quella di Costigliole d’Asti.

 

Sembra proprio che questo lavoro sia nato per esaltare il territorio.

È proprio così. Le parcelle sono, in un certo senso, la valorizzazione estrema della produzione dei vini del territorio, la loro versione di pura e potente. L’intera produzione è un progetto corale che vuole celebrare il Monferrato e i suoi grandi vini. Il nostro motto è “un vigneto, una parcella, un vino”, il territorio è sempre al centro di tutto e non potrebbe essere diversamente.

 

 

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