Siamo a La Morra, nell’incantevole terra delle Langhe, quella che ha dato i natali alla famiglia Mascarello, fondatrice nel 1927 dell’omonima cantina oggi inserita dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’elenco dei Marchi Storici d’Interesse Nazionale.
Alla base di tutto, come spesso accade, c’è una grande donna: di nome Maria, è stata colei che ha dato vita alla cantina oggi gestita dal nipote Fabio, in un periodo in cui l’imprenditoria femminile era quasi inesistente. Maria ebbe il coraggio di intraprendere una sfida imprenditoriale e da allora l’azienda Mascarello, nel frattempo diventata Mascarello & Figli C. Valletti S.n.c., è sempre rimasta saldamente in mano alla famiglia, mantenendo un profondo rispetto per la tradizione e per gli insegnamenti tramandati di generazione in generazione.
La svolta si ebbe con il figlio di Maria, Umberto, che ebbe l’intuizione di lavorare sulla qualità del prodotto e non più sulle quantità, come si era soliti fare una volta. Il suo lavoro, instancabile ed eccellente, ha di fatto trasformato Mascarello in una cantina moderna, attenta ai bisogni di piccoli e consapevoli consumatori, con un costante impegno nel migliorare la qualità dei vini e del servizio.
Il 2020 – dice Fabio Mascarello – è stato un anno di profondi cambiamenti, quando, insieme a mia madre Caterina, ho acquisito tutte le quote dell’azienda in cui sono cresciuto. L’obiettivo, che condivido con la mia famiglia e i miei collaboratori, è il costante perseguimento della massima qualità dei nostri vini, con l’intento di conquistare l’apprezzamento di una clientela certo numerosa, ma scelta.
Oggi come ieri un’attenta selezione delle uve, vinificazioni tradizionali, equilibrio delle sensazioni percettive sono i capisaldi dell’attività della Cantina Mascarello: poche e semplici regole considerate inalterabili e necessarie, nonostante l’evolversi dei tempi e del mercato.
La cantina, fin dal 1927, si fa interprete dei vini più famosi del Piemonte, su tutti il Barolo, tra i quali svetta l’etichetta “Umberto”, una riserva particolarmente intensa e complessa, specchio della ricchezza del territorio in cui nasce.
Ma non sono da meno i Nebbiolo e le Barbera, rossi importanti che negli anni sono diventati irrinunciabili sulle tavole dei grandi ristoranti come in quelle domestiche, vini ottenuti da un attento lavoro in vigna e poi in cantina, seguendo i dettami di quella tradizione classica che da Mascarello è sempre contemporanea.
Da citare anche l’Alta Langa, un prodotto capace di ritagliarsi una fetta di estimatori sempre più larga, ottenuto nella sua versione bianca da un uvaggio 70% Pinot Nero e 30% Chardonnay, e nella sua versione rosè da Pinot Nero in purezza. L’ultimo arrivato in casa Mascarello si è già imposto come un prodotto di punta che va a completare una gamma molto ricca e di assoluta qualità.
E il futuro? Continua Fabio Mascarello: Il mio personale proposito è quello di dare continuità all’eredità familiare, trasmettendo i valori e gli insegnamenti ricevuti a mio figlio Pietro, che rappresenta con orgoglio la quarta generazione. Nutro la speranza che la preziosa tradizione di famiglia possa persistere nei secoli a venire.