• blog

Il Molino che non si è mai fermato: intervista a Gaia Bongiovanni

Gaia, come avete vissuto il lockdown in azienda?

Siamo stati fortunati perché non abbiamo chiuso nemmeno un giorno, organizzandoci ovviamente su turni per questione di sicurezza interna, al fine di non essere tutti insieme contemporaneamente nello stesso luogo. Chi in smart-working, chi in azienda abbiamo quindi lavorato tutti ma è stato molto difficile, è innegabile. Pur non lamentandoci abbiamo notato una flessione significativa delle vendite perché tutti gli ordini destinati alla ristorazione sono rimasti fermi per mesi, ma siamo riusciti per fortuna a rimanere a galla grazie agli altri settori cui ci dedichiamo e creando un progetto del tutto nuovo chiamato Linea Casa Bongiovanni.

 

Bongiovanni

Ce ne parli? 

Certo. Noi siamo e rimarremo un Mulino che lavora principalmente con professionisti, quindi con i classici sacchi di farina da 25kg, per intenderci. Il nostro fiore all’occhiello, Antiqua, esiste anche nel formato da 1kg, ma rimane comunque un prodotto di nicchia, venduto esclusivamente tramite alcuni nostri clienti selezionati -che la mettono a disposizione all’interno dei propri locali- oppure sul sito di Antiqua (www.antiquafarina.it).

Durante la quarantena però è letteralmente esplosa la richiesta di farina da parte della GDO (la grande distribuzione n.d.r.), perché le forniture ordinarie non bastavano a soddisfare la richiesta. Nell’arco di una settimana abbiamo quindi realizzato una nuova linea di farine di grani 100% italiani macinate a cilindri studiate per l’utilizzo domestico, attualmente reperibili nei migliori supermercati.

Antiqua invece che prodotto è?

Come ti dicevo, è il nostro fiore all’occhiello, il nostro orgoglio. È una farina macinata a pietra e prodotta solo con grani piemontesi a filiera corta certificata. Per poter trasformare i loro grani in farina Antiqua, i 46 agricoltori selezionati per la filiera devono attenersi a un disciplinare che impone regole ferree a tutte le fasi della coltivazione, dalla semina alla raccolta. Così facendo è possibile certificare Antiqua come farina a residuo chimico zero, senza dimenticare la sua sostenibilità, perché l’energia elettrica impiegata nella lavorazione proviene dai pannelli fotovoltaici che abbiamo installato sul tetto del mulino. Più che una farina, quindi, Antiqua è un progetto di valorizzazione del territorio e del lavoro stesso degli agricoltori.

 

Bongiovanni

 

Durante il lockdown ci sono state molte iniziative di beneficenza. Voi ne avete patrocinata qualcuna?

Come mulino abbiamo creato una campagna di donazione, una sorta di catena solidale grazie alla quale durante i mesi di lockdown abbiamo donato il 50% dei ricavi del nostro e-commerce agli ospedali italiani che ne avevano più bisogno. Trattandosi di farina, come immaginerai, le transazioni sono sempre caratterizzate da cifre piccole, quindi siamo ancora più orgogliosi di annunciare che l’importo totale delle donazioni ha raggiunto i 13.000€.

Secondo te, a livello commerciale, cos’è cambiato rispetto a prima?

Nel rapporto con i fornitori di grano nulla, perché l’agricoltura per fortuna non si è mai fermata, anzi, gli agricoltori oggi sono ancora più legati ai mulini che assicurano un futuro concreto al loro grano. Come fornitore di attività ti posso dire che percepisco ancora tanta paura nelle persone e, alle volte, un po’ di immobilismo. Non essendoci mai fermati, perché noi negli aiuti dall’alto crediamo poco, preferiamo rimboccarci le maniche e trovare soluzioni, abbiamo cercato e cercheremo ancora di stare vicino a tutti i nostri clienti per fargli sentire la nostra presenza al di là di tutto. La settimana scorsa sono partiti dei webinar di formazione che avremmo voluto fare dal vivo ma che ovviamente abbiamo dovuto proporre online, e diventeranno degli appuntamenti fissi sui nostri canali social.

Bongiovanni

Cosa pensi che cambierà a livello professionale e umano?

Ci sono cose che sono già cambiate, come le abitudini di consumo e la digitalizzazione, per esempio. Il delivery è esploso, cosa che in parte ha spinto anche clienti un po’ in là con l’età a “digitalizzarsi” giocoforza, a imparare l’uso delle app, a impratichirsi nella navigazione in rete e via discorrendo. Chi invece utilizzava già questi strumenti ha cominciato a usarli ancora di più, penso solo ai social network o, anche in questo caso, alle app di delivery.

Per quanto riguarda Il rapporto tra esseri umani, che era già complicato prima, onestamente posso dirti che mi preoccupa. C’è diffidenza, c’è paura, siamo tutti più freddi e distaccati. Da un lato il lockdown è stato il periodo dei grandi movimenti solidali, ma dall’altro abbiamo fatto passi indietro giganteschi nella fiducia reciproca e nella pacifica convivenza, un trend negativo che temo continuerà per i prossimi mesi, almeno finché non sarà passata del tutto la paura.

Vedi miglioramenti nel lungo periodo?

Spero che alla fine tutto questo possa insegnarci una cosa, e cioè che dobbiamo smetterla di consideraci nemici a vicenda e di trattare il nostro Pianeta come se ne avessimo un altro a disposizione. Lo dico da persona che lavora con la terra e con i suoi frutti: nell’arco di due mesi abbiamo fatto passi indietro terribili nella consapevolezza ambientale, abusando di usa e getta, monoporzioni e tanti altri stratagemmi che in questa circostanza erano necessari, per carità, ma che adesso dobbiamo ripensare completamente. Dobbiamo ripartire da ciò che abbiamo imparato, magari dando più fiducia ai nostri giovani e cercando di convivere e lavorare in modo più virtuoso. Non credo sia così difficile, voglio guardare al futuro con la stessa fiducia con la quale lo guardo ogni giorno come persona e come professionista.

Altri Post di Menu à Porter