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12 cantine da sogno selezionate da Piera Genta

di PIERA GENTA

Il vino è una passione cresciuta lentamente, dal piacere di godere di un buon calice ad un incontro con una persona che ha segnato il mio modo di interpretare l’enogastronomia in generale. Un percorso personale segnato da riflessioni importanti iniziato negli anni Duemila grazie a Claudia Ferraresi, Donna del vino, produttrice lei stessa, ma instancabile narratrice e promotrice del territorio di Langhe e Roero con cui ho collaborato per oltre un decennio. Donna dalle idee d’avanguardia, mi piace ricordare un suo pensiero sul vino pubblicato anche sul libro Donne in vigna a cura di Mario Busso ed Angelo Concas per la biblioteca di Vinibuoni d’Italia: “… Il vino ha dei ritmi, quelli della natura, regala emozioni ed ha dei vocaboli inventati dall’uomo per la sua descrizione. Vocaboli per mettere ordine nelle idee, nelle tecniche, nelle sensazioni e nella storia. Ma il vino parla all’uomo per emozioni. Questo è il mio modo di viverlo, produrlo e offrirlo”. 

Lentamente quindi, tanta curiosità, voglia di conoscere, approfondire con rispetto ed un pizzico di umiltà nel chiedere. In punta di piedi mi sono iscritta al corso sommelier Fisar, sono diventata sommelier, ma non per farne una professione per capire. Poi il passaggio ad Onav, da Assaggiatore, a Maestro Assaggiatore a relatore ai corsi, oggi delegata della sezione di Torino. Il resto per me è studio, confronto con esperti, ricerca costante di piccole e grandi eccellenze. Spesso mi chiedono quali sono i miei vini preferiti, tutti e nessuno. Da piemontese il Nebbiolo mi porta a dei legami affettivi, alla stessa Claudia, ma ho una passione per i vini prodotti da vitigni rari, quelli meno familiari, spesso dimenticati perchè di difficile coltivazione o di scarsa resa, di cui troppo poco si parla. 

Per questa ragione sono il coordinatore per il Piemonte della Guida Vinibuoni d’Italia edita dal Touring Club Italiano l’unica nel panorama italiano e internazionale dedicata ai vini da vitigni autoctoni. Con il mio lavoro di giornalista amo raccontare le storie nascoste di terre e di uomini, ricche di umanità e di tradizioni. Il vino non è mai banale, tutti i vini parlano dei vignaioli e ci portano in regalo dei racconti di vita e di tradizioni, spunti mai scontati.

Il mio racconto inizia proprio da Rocche Costamagna, la cantina della famiglia di Claudia Ferraresi,  dove quasi incosapevolmente ho impostato il mio modo di vivere il mondo del vino.

 

ROCCHE COSTAMAGNA

Amore per arte e vino

Una storia iniziata nell’Ottocento, una cantina diventata anche un centro culturale con le opere pittoriche di Claudia, la Biblioteca Tematica Libri da gustare, le collezioni di bottiglie, documenti antichi e preziosi oggetti d’uso. Nucleo dell’azienda il vigneto nella sottozona Rocche dell’Annunziata, un corpo unico coltivato a Nebbiolo da Barolo per la produzione del Rocche dell’Annunziata e, soltanto nelle grandi annate ed in piccole quantità, la Riserva Bricco Francesco. Dagli anni Ottanta ad occuparsi dell’azienda è Alessandro Locatelli. È anche struttura ricettiva con quattro Art Suites.

Via Vittorio Emanuele 8, La Morra (Cn) – Tel. 0173 509225

 

CASTELLO DI NEIVE

 La storia del Barbaresco

La storia racconta che fu Louis Oudart a produrre nelle loro cantine un Nebiolo di Neive 1857 che vinse una medaglia d’oro in occasione dell’Esposizione Nazionale di Firenze nel 1861. Oggi la mente corre al vigneto Santo Stefano sulla collina degli Albesani, unico per esposizione, pendenza, microclima e composizione del terreno: un elegante cru con la menzione vigna. Tra gli autoctoni la loro interpretazione di un vitigno poco conosciuto, l’Albarossa, un incrocio di Barbera e Nebbiolo di Dronero, che deriva la propria originalità dall’aver unito le caratteristiche delle due varietà.

Via Castelborgo 1, 12052 Neive (Cuneo) – Tel. 0173 67171

 

LIVIA FONTANA

Luce nelle nuove etichette

200 anni di storia, otto generazioni  hanno preceduto la conduzione attuale di Livia coadiuvata dai figli Michele che si occupa della conduzione enologica e Lorenzo che segue gli aspetti commerciali. 10 ettari che si trovano a ridosso della cantina tra Bussia e Villero.  Inevitabilmente la loro produzione si concentra sul Barolo, uno stile classico con affinamenti in legno grande, un profilo rivolto alla finezza e all’eleganza. Inusuale la loro vigna didattica: 5 filari piantati a Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Arneis e Moscato.

Via Fontana 1, 12060 Castiglione Falletto (CN) – Tel. 0173 62844

 

PODERI LA COLLINA

Il vino del presidente

Dolcetto perchè siamo nel cuore di Dogliani in regione Castiglia della frazione di Pianezzo,  ma anche Nebbiolo  in versione spumante rosato, Barbera, Pinot nero e poi Arneis e Favorita. Sono i vini di quest’azienda alla cui guida oggi troviamo Anna e Piergiorgio Marenco, terza generazione della famiglia. Mi soffermo sulla loro interpretazione della Favorita, vitigno a bacca bianca, per la prima volta menzionato in Piemonte nel 1676, quando comparve con il nome di favurie negli inventari di cantina dei Conti Roero di Vezza e Guarene. Elegante, di buona acidità diventato il loro vino bianco di punta.

Borgata Pianezzo 71, 12063 Dogliani (CN) – Tel. 0173 70255

 

Dalle Langhe passiamo al Roero, territorio collinare che fiancheggia la sponda sinistra del Tanaro, un territorio geologicamente più giovane delle Langhe.

 

MATTEO CORREGGIA

Il sogno di un visionario

Considerato un coraggioso visionario, Matteo Correggia nel 1985 ha deciso di credere nel suo sogno di  fare diventare il Roero una terra di grandi vini.  L’azienda è oggi gestita dalla moglie Ornella con l’aiuto dei figli Giovanni e Brigitta e di storici collaboratori dopo la scomparsa di Matteo. Con il Ròche d’Ampsèj, primo vino a denominazione Roero, diventato ambasciatore del territorio, una decina di referenze tra cui Anthos, brachetto secco, eccellente per abbinamenti difficili. Tutte le loro etichette sono disegnate dal pittore e scultore urugyaiano Coco Cano.

Via Santo Stefano Roero 124, 12043 Canale d’Alba – Tel. 0173 978009

 

BEIVA WINERY

Giovani viticoltori

Dal piemontese Bèive ovvero bere. Un invito ad un assaggio consapevole per una avventura sensoriale che deve essere un’emozione tutta personale. Hanno iniziato da poco tempo, soli sei ettari, due giovani fratelli entrambi enologi. Poche bottiglie con una divertente grafica delle etichette dei loro vini che escono dallo stile tradizionale. Un plauso per la Barbera d’Alba dal colore impenetrabile e con un quadro olfattivo articolato.

Via Madonna dei Cavalli 94, 12043 Canale (CN) – Tel. 339 8406966

 

ANGELO NEGRO

Famigia storica nel Roero

L’Arneis è il simbolo del legame storico della famiglia con questi territori citata nei registri catastali già dal 1670. Sono stati tra i primi a vinificarlo secco e sono tra gli unici a valorizzarne la capacità di invecchiamento mettendolo sul mercato dopo 7 anni di affinamento in bottiglia. Un vino molto elegante con profumi netti. L’azienda produce anche ottimi rossi tra cui il premiatissimo Roero Riserva Sudisfà.

Frazione Sant’Anna 1, 12040 Monteu Roero (CN) – Tel. 0173 90252

 

ENRICO SERAFINO

Attitudine Piemontese

Attitudine piemontese, cuore americano, perché dal 2015 di proprietà della Krause holding gestita da Kyle, di madre italiana con una grande passione per l’Italia e i suoi vini. Oltre 140 anni di vendemmie di metodo classico all’interno delle loro cantine ottocentesche lasciano il segno. Per dimostrare la longevità dell’Alta Langa, nasce lo Zero 140 dedicato al Pianeta Marte dopo 12 anni sui lieviti. Il colore della bottiglia cambia ad ogni annata secondo la teoria dei colori e dei pianeti, in questo caso riconoscibile dal colore rosso brillante dipinto a mano sul fondo della bottiglia.

Enrico Serafino, Corso Asti 5, 12043 Canale (CN) – Tel. 0173 979485

 

Per il Monferrato vorrei partire da:

 

CASCINA CASTLET

Il Monferrato nel DNA

Mariuccia Borio, Donna del vino da sempre, oltre cinquanta vendemmie, la Barbera e il Monferrato nel suo DNA. A lei si deve la riscoperta dell’Uvalino, un antico vitigno autoctono a bacca nera. Una battaglia quasi trentennale, un investimento nella ricerca per far vivere quel vino di lusso, motivo di orgoglio da regalare al farmacista o al prete. Dal 2002 riconosciuto ufficialmente come varietà autoctona italiana. Uniche le sue bottiglie serigrafate direttamente sul vetro, d’avanguardia per il 1985, grazie ad uno dei più importanti artisti del packaging enoico, Giacomo Bersanetti, scomparso qualche anno fa.

Cascina Castlet, Strada Castelletto, 6, 14055 Costigliole d’Asti (AT) – Tel. 0141 966651

 

BRAIDA

Barbera: storia d’amore

Quaranta vendemmie proprio quest’anno per il Bricco dell’Uccellone, il vino che ha rivoluzionato il modo di interpretare la Barbera, da semplice vino da pasto a vino nobile e longevo con la sua cifra stilistica ed ha rappresentato un momento di svolta nella storia enologica recente. È stato il primo vino piemontese ad essere riconosciuto come Wein Legende, tra i più importanti del mondo e terzo vino italiano insieme ad Ornellaia e Sassicaia. E l’etichetta di questa bottiglia fu il primo lavoro di Giacomo Bersanetti.

 Via Roma 94, 14030 Rocchetta Tanaro (AT) – Tel. 335 155 9195

 

TENUTA SANTA CATERINA

Il Grignolino storico

Insieme ad altre cantine del Monferrato Aleramico, ha fatto del recupero e della valorizzazione del Grignolino d’Asti uno dei pilastri aziendali. Monferace il nome scelto per un vino interpretato in maniera tradizionale e destinato a durare nel tempo con un invecchiamento di 30 mesi in tonneaux ed altrettanti mesi in bottiglia. Ha la sua complessità, con tonalità speziate e grande eleganza. Da non perdere la visita alla cantina storica e all’infernotto scavato nel tufo e poi merita un soggiorno lo splendido relais per riscoprire il valore del silenzio e dell’intimità.

Via Guglielmo Marconi 17, 14035 Grazzano Badoglio (AT) – Tel. 0141 925108

 

CASCINA FALETTA

Il mistero dei tre fucili

Tre fucili diventato il nome di uno straordinario Pinot nero, coltivato sul Bricco del Mandorlo. Il nome fa riferimento ad un singolare ritrovamento in occasione di alcuni lavori di ristrutturazione: in una stanza rimasta murata per anni,  avvolti nelle pagine del giornale L’Uomo Qualunque, testata del Movimento fondato da Guglielmo Giannini, sono stati trovati tre fucili modello 91 Carcano (progettati da Salvatore Carcano della fabbrica d’armi di Torino erano in dotazione al Regio Esercito Italiano fino alla seconda guerra mondiale)  ancora carichi di munizioni calibro 6,5. Un mistero che seduce come questo vino.

Regione Mandoletta 81, 15033 Casale Monferrato (AL) –  Tel. 0142 670068

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